La Città Eterna, con il suo fascino millenario offre storia, leggende, miti, cultura. Ma Roma è ricca anche luoghi segreti, particolari e curiosità da scoprire, lontani dai classici percorsi turistici.
Abbiamo selezionato dieci monumenti e posti insoliti che la città nasconde.
UN PANORAMA NASCOSTO DIETRO UN BUCO DELLA SERRATURA: sulla sommità del Colle Aventino è situata la Villa del Priorato di Malta. Il buco della serratura del portone del priorato offrirà un panorama suggestivo della cupola di San Pietro, incorniciata dalle siepi dei giardini della villa. La vista è davvero emozionante sia di giorno che di notte, ed è sicuramente un’occasione unica per scattare delle foto particolari del “Cuppolone”.
CHIESA DI SANT’IGNAZIO: UNA VERA CUPOLA O UN’ILLUSIONE OTTICA?
In pieno centro storico, a due passi da Via del Corso, c’è la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola. Da un punto indicato sul pavimento, non lontano dall’altare, si potranno alzare gli occhi verso il soffitto e vedere una cupola che in realtà non esiste. Si tratta infatti di una tela prospettica che riproduce l’immagine di una cupola, ma che di fatto non fu mai realizzata forse per motivi economici. Si dice che siano stati gli abitanti delle zona a non desiderare una cupola troppo grande, che altrimenti avrebbe oscurato la luce del sole.
IL PASSAGGIO DELL’ORLANDO FURIOSO: in una stradina che conduce in piazza Capranica, vicino al Pantheon, è conservata traccia del passaggio a Roma del Cavaliere Orlando (l’Orlando furioso). Si tratta di una sciabolata lasciata dalla sua leggendaria spada, la Durlindana, su una colonna di marmo.
L’ILLUSIONE OTTICA DI VIA PICCOLOMINI: situata vicino la collina del Gianicolo, via Piccolomini è una strada rettilinea e pianeggiante, che termina con uno spettacolare belvedere sulla città. Su tutto il viale è ben visibile la Cupola di San Pietro, e, avvicinandosi alla fine della strada, ci si aspetta di vedere la cupola diventare sempre più grande. Invece no. Più ci si avvicina alla cupola più questa si rimpicciolisce, allontanandosi dal cupolone invece lo si vede ingrandire sempre più. L’effetto è ancora più evidente di notte. Il motivo di questa illusione è di fatto sconosciuto. Forse è un inganno ottico delle proporzioni, o forse è dovuto all’orientamento del viale rispetto alla cupola.
IL SAMPIETRINO A FORMA DI CUORE: tra i due milioni di sampietrini che compongono Piazza San Pietro ce n’è uno particolare, molto caro ai romani. Il cuore di Nerone. Esso reca scolpito un cuore, in rilievo e per quasi tutto lo spazio che ha a disposizione. Dei bambini che giocavano nella piazza molti anni fa lo notarono per primi e presero a chiamarlo appunto il cuore di Nerone. Inutile organizzare una caccia al tesoro e cercare tra i due milioni di sampietrini. Ecco alcune indicazioni per trovarlo: a circa 10 metri dall’obelisco centrale, corre tutto intorno a disegnare un cerchio di marmo per terra la “Rosa dei Venti”, cioè delle aree della piazza in cui è presente un disco più chiaro, con l’indicazione della direzione geografica e del nome del vento corrispondente. Il cuore di Nerone si trova nel riquadro del sud-ovest, cioè quello del “libeccio”, cioè sul lato sinistro della piazza se guardate la facciata della basilica. (Fonte Roma Leggendaria.it)
LA PIETRA DEL DIAVOLO: nella chiesa di Santa Sabina, lateralmente al portale d’ingresso, si trova, riposta su una piccola colonna, una grossa pietra nera rotondeggiante. Secondo la leggenda il Diavolo tentò di distrarre San Domenico intento a pregare ma, non riuscendoci, afferrò con forza la grossa pietra e la scagliò contro il santo. Lo mancò e colpì invece la lastra tombale, rompendola. In realtà la pietra è il peso di una bilancia romana trovato nei sotterranei e la lastra fu rotta nel 1527 dall’architetto Domenico Fontana durante un restauro.
OROLOGIO AD ACQUA DEL PINCIO: progettato nel 1873 da padre Giovanni Battista Embriaco, l’orologio del Pincio è composto da quattro quadranti che richiamano idealmente il tronco di un albero e permettono così di vedere l’orario da quattro direzioni diverse. L’idea su cui si basa questa fantastica opera di ingegneria meccanica è quella di utilizzare la forza motrice dell’acqua, della fontana sottostante, per spostare il pendolo e caricare l’orologio. Il riempimento alternato delle due bacinelle permette la messa in funzione del movimento delle lancette e anche di una suoneria.
LA PICCOLA LONDRA: tra la via Flaminia e viale del Vignola, c’è un piccolo agglomerato di case “London Style” racchiuse da cancellate in ferro battuto. Il passaggio pedonale è libero a tutti e per amanti e nostalgici della capitale Uk, è il posto ideale per farsi una passeggiata in un luogo quasi estraneo al resto della città. Lunga duecento metri la strada è costellata di edifici liberty, palazzi bassi e colorati, giardinetti, scale in pietra e balconcini art nouveau che ricordano Downing Street, ma a due passi dal Tevere.
PORTA MAGICA DI PIAZZA VITTORIO: la Porta Alchemica, detta anche Porta Magica è un monumento edificato tra il 1655 e il 1680 da Massimiliano Palombara nella sua residenza, che si trovava dove oggi sorge piazza Vittorio. Il nome della porta deriva da iscrizioni misteriose poste sul frontone, sugli stipiti, sulla soglia, sull’architrave e sul gradino che, in latino, dovrebbero essere delle formule alchemiche per la trasmutazione dell’oro. Sembra che il marchese Massimiliano Palombara fosse amico di alchimisti e astrologi che si riunivano nella sua villa per discutere dell’occulto e di argomenti esoterici, erano anche dediti a sperimentazioni in un laboratorio posto all’interno della villa.
LA CASA DEI MOSTRI: passeggiando per le vie del centro storico, è possibile imbattersi in una singolare costruzione, palazzetto Zuccari, situato in piazza Trinità dei Monti, a pochi passi da via Sistina e via Gregoriana. L’edificio, conosciuto anche come “Casa dei Mostri”, deve la sua fama all’inquietante portone: una gigantesca bocca spalancata, con tanto di naso, occhi e sopracciglia. Una strana decorazione utilizzata anche per le due finestre laterali. Fu costruito come una dimora d’artista da Federico Zuccari nel 1952. Attualmente è sede della Biblioteca Hertziana (Istituto Max Planck per la storia dell’arte). (SDP)