Verso la fase 2 nello sport, quale futuro per le palestre?
Nessuna differenza per le gestioni in forma societaria o associazioni sportive dilettantistiche
Roma – Il governo sta varando la fase 2 dell’emergenza Covid, il mondo dello sport è in trepidazione per capire cosa ne sarà del settore. Nello specifico: per palestre e centri benessere, ritiene possano esserci differenze tra quelle attività gestite in forma societaria da quelle gestite sotto forma di ASD? Queste ultime in particolare potrebbero avere dei vantaggi in quanto gli ingressi sono consentiti ai soli soci e con maggiore possibilità di quindi di contigentare ingressi? Ci risponde il dott. Luca Scarpa, dottore commercialista ed esperto in diritto ed economia dello Sport dello Studio Flexad di Roma
“In attesa delle indicazioni del governo sulla prossima riapertura delle attività economiche, i gestori delle palestre e dei centri sportivi stanno lavorando alla realizzazione di tutte quelle attività che costituiscono condizioni essenziali per la riapertura. A titolo esemplificativo e non esaustivo citiamo la sanificazione dei locali e degli spogliatoi, la determinazione di un nuovo planning delle attività sportive proposte, la individuazione di nuove formule di abbonamento che tengano conto del recupero dei mesi di chiusura per Covid-19.
Considerato che le palestre e i centri sportivi sono gestiti usualmente da Associazioni sportive dilettantistiche e Società sportive dilettantistiche, le indicazioni che verranno dal governo per l’ingresso dei frequentatori nei centri sportivi si applicheranno indifferentemente alle due tipologie di soggetti sportivi per il sol fatto che le prescrizioni governative saranno rivolte alla persona fisica “frequentatore” del centro sportivo e non a colui che gestisce il centro sportivo. Quindi nessuna differenza ci sarà per il probabile contingentamento degli ingressi, le eventuali diversità ci saranno per gli sport che verranno effettivamente praticati (individuali o di squadra)”.