Vicovaro ricorda i Martiri delle Pratarelle a 76 anni dall’eccidio. Il sindaco: “Sbagliato distrarsi dalla storia”
Vicovaro – Si è appena conclusa la commemorazione in onore dei Martiri delle Pratarelle, a 76 anni dalla strage commessa dai nazifascisti ai danni della popolazione vicovarese il 7 giugno 1944. La cerimonia, che fa seguito a quella di venerdì in ricordo dei vittime di Villa Spada, e che ha visto il supporto dell’Associazione Martiri delle Pratarelle e dell’ANPI sezione “Riccardo Di Giuseppe e Franco Perozzi” di Vicovaro, è iniziata con il trasporto di corone commemorative da Piazza San Pietro al Monumento dedicato ai Martiri ed a quello dedicato ai Caduti.
A seguito della lettura dei nomi di tutti coloro che persero la vita in quella tragica occasione (nessuno può restare impassibile di fronte ai nomi di uomini e donne uccisi, di bambini, scanditi nel silenzio di un grigio pomeriggio di giugno), il sindaco Fiorenzo de Simone ha tenuto un discorso sul valore di questo evento e sulla necessità di mantenerlo vivo. Coincidenza vuole, ha commentato, che il ricordo dei Martiri capiti a Vicovaro spesso dopo le elezioni e si dia così come prima occasione pubblica per le amministrazioni. In questo caso, ha detto, la cerimonia è la prima uscita a seguito di un episodio che ha coinvolto l’intero pianeta, la pandemia, ed a maggior ragione deve funzionare come base simbolica (e non solo) da cui ripartire. Distrarsi, ha concluso, da un evento di questa portata – ricordiamo che l’eccidio delle Pratarelle è stato il più grande, nel Lazio, dopo quello delle Fosse Ardeatine, – che così ha segnato la storia di Vicovaro, e non solo, è un errore.
Le misure anti-contagio non hanno impedito la riuscita della commemorazione, e il cosiddetto “distanziamento sociale”, anzi, ha posto sotto gli occhi di tutti il valore profondo del collettivo e della – semmai – vicinanza tra gli individui. Ricordare quelli che hanno perso la vita per calamità storiche in confronto a loro incommensurabilmente più grandi, chi l’ha persa per il peso delle derive dittatoriali, è uno scudo da tenere saldo per proteggere quella democrazia che – si pensi al virus, si pensi agli Stati Uniti – costantemente rischia di essere messa sotto scacco.
[Foto in copertina di Mario Ventura]