Roma – A seguito dell’allerta lanciata dall’OMS con la dichiarazione di epidemia da Virus Marburg in Ruanda, lo Spallanzani – in quanto Centro di riferimento nazionale per febbre emorragiche e attualmente unica struttura italiana deputata ad accogliere possibili casi – ha intensificato i programmi formativi specifici per l’alto isolamento. Il programma prevede: addestramento alle procedure di decontaminazione e sanificazione; formazione/addestramento per la corretta gestione dei rigorosi passaggi di vestizione e svestizione; gestione dei percorsi di ingresso e uscita dalla zona rossa dedicata all’assistenza.
Come spiegato dal Dr. Nicola De Marco, referente UOSD Professioni Infermieristiche, “Stiamo provvedendo ad aggiornare la disponibilità dei Dispositivi di Protezione Individuale necessari per il contesto di alto isolamento con nuove tute protettive, grembiuli e nuovi guanti. Questi DPI sono fondamentali per creare una barriera fisica tra il personale sanitario e gli agenti patogeni ma il loro uso esclusivo non è sufficiente per ridurre il rischio di trasmissione di malattie altamente contagiose. Pertanto, il personale viene addestrato a tutte le fasi di vestizione e svestizione, un processo essenziale per garantire il biocontenimento. Inoltre, per garantire la prontezza operativa, stiamo allestendo diverse stanze di degenza all’interno del Padiglione Alto Isolamento, pronte ad accogliere uno o più potenziali pazienti in poco tempo. L’allestimento di questi locali è predisposto per accogliere sia casi sospetti che confermati di malattie altamente contagiose BSL-4 (livello di biosicurezza 4) con pazienti clinicamente stabili o che necessitano di supporto respiratorio invasivo”.
Il reparto di Alto Isolamento dello Spallanzani diretto dal Dr. Emanuele Nicastri è dedicato alla gestione altamente specializzata di pazienti affetti da patogeni del gruppo 4 o da patogeni sconosciuti con elevata letalità o sequele invalidanti/permanenti e opera in accordo con i protocolli del Ministero della Salute