ROMA – Dal prossimo 10 marzo, si potrà tornare a far visita ai parenti in ospedale. Ma prima di andare però si dovrà procedere ad un consulto preventivo in famiglia. Ben 45 minuti saranno concessi a quei visitatori che hanno praticato la terza dose, mentre per gli altri, è previsto l’esito del tampone negativo.
Ad oggi, infatti, l’accesso a familiari ed amici in ospedale è consentito solo in sale d’attesa e con durate limitate che variano da ospedale a ospedale, ma che di media non superano i 15 minuti. Si tratta di una norma che, dettati i criteri, ristabilisce uniformità in una situazione in cui ogni struttura sanitaria italiana stava imponendo regole differenti. Infatti, mentre alcuni direttori sanitari hanno aperto l’accesso ai reparti di degenza ospedalieri per consentire le visite ai propri cari altri altri hanno invece sbarrato le entrate, nonostante non ne siano scaturiti cluster. A dicembre 2021, quando i contagi da variante Omicron stavano diventando sempre più importanti, molti ospedali hanno bloccato del tutto le visite dei familiari. Solo i parenti di alcuni pazienti potevano avere accesso in reparto: quelli di minorenni, di persone con disabilità grave riconosciuta e di chi dimostrava di avere specifiche necessità.